Questo libro, che spiega la circostanziata genesi di molte poesie del Diario postumo, è importante su due versanti: fa conoscere aspetti inediti del Montale "privato", e fornisce illuminazioni letterarie sorprendenti. Montale aveva visto in Annalisa l'alter ego che avrebbe voluto essere, scoprendo in sé un sentimento di paternità e, addirittura, di maternità poetica, impensabile anche per i più fedeli ammiratori del poeta che "spesso", tra il 1920 e il 1927, aveva incontrato "il male di vivere". Annalisa Cima che, dopo averla letta, aveva pregato Montale di non pubblicare sul Corriere, nel 1969, la lusinghiera prefazione al suo primo libro di versi, era, per il poeta, la persona giusta per accogliere quel nuovo sentimento di paternità/maternità, e alla quale affidare, anche in sede testamentaria, la propria fama attraverso la cura dell'Opera omnia.
TITOLO IN CATALOGO Verifica disponibilità"Annalisa Cima ha tutte le carte in regola per rappresentare degnamente l'ultima generazione di questo secolo, come i poeti che credono in lei, da Giuseppe Ungaretti ad Aldo Palazzeschi, da Marianne Moore al sottoscritto, hanno rappresentato la prima generazione. E se la poesia è più filosofica e di più alto valore che la storia, ancora una volta si riconferma la tesi che il grande poeta, nello scrivere se stesso, scrive il suo tempo e questa definizione s'attaglia perfettamente alla poesia di Annalisa Cima che, sin dal suo esordio, raggiunge esiti inattesi con naturalezza e semplicità, qualità che contraddistinguono un poeta quando vale." (dalla postfazione di Eugenio Montale)
TITOLO IN CATALOGO Verifica disponibilità